martedì 9 agosto 2022

LECTIO: XX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (Anno C)

Lectio divina su Lc 12,49-53

 
Invocare
O Dio, che nella croce del tuo Figlio riveli i segreti dei cuori, donaci occhi puri, perché, tenendo lo sguardo fisso su Gesù, corriamo con perseveranza incontro a lui, nostra salvezza.
Egli è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
 
In ascolto della Parola (Leggere)
49Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso! 50C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto! 51Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. 52D'ora innanzi in una casa di cinque persone 53si divideranno tre contro due e due contro tre; padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».
 
In silenzio leggi e rileggi il testo biblico finché penetri in te e vi metta delle salde radici.
 
Dentro il Testo
In queste domeniche stiamo percorrendo con Gesù "la salita verso Gerusalemme" con la piena consapevolezza che la meta di quel viaggio è la Città santa che uccide i profeti e li rigetta (cfr. Lc 13,33-34) e che diventa il luogo del suo esodo da questo mondo al Padre (cfr. Lc 9,31; Gv 13,1) attraverso la morte in croce.
Durante il percorso, abbiamo avuto modo di meditare sui diversi detti formativi che Gesù fa ai discepoli. Adesso proseguiamo per completare il discorso della domenica precedente, sull'attesa degli ultimi tempi, quando verrà lo Sposo presso i suoi per farne la sua Sposa (Lc 12,32-48).
Questa domenica fa seguito il tema della sfida del tempo presente (12,49-57). Essa si divide in due parti: il tempo della decisione (vv. 49-53, proposto dalla liturgia odierna); i segni dei tempi (vv. 54-57).
Nei vv. 49-53 "Cristo divide gli uomini tra loro con il suo vangelo, con le sue pretese, non solo al suo ritorno ma fin d'ora. Ciò dipende, soprattutto, dalla radicalità della proposta di salvezza che egli delinea molto bene qui nei vv. 49s, quando parla della sua passione-morte" (Carlo Ghidelli). 
Il Vangelo rivolge a tutti gli uomini e donne di tutti i tempi una proposta radicale. Lasciamoci riscaldare, infiammare, purificare per provocare un incendio inarrestabile.

Riflettere sulla Parola (Meditare)
v. 49: Sono venuto a portare il fuoco sulla terra;  
Il versetto contiene un desiderio di Gesù: il desiderio del fuoco, della luce, dell’amore che è venuto a portare: è il fuoco dello Spirito Santo che scenderà a Pentecoste (At 2,2-4); è il battesimo dell’acqua e del fuoco di cui parlò il Battista (Lc 3,16); è il fuoco del giudizio di Dio che è il suo amore che salva il mondo.
L'immagine del fuoco ricorre spesso nella Bibbia con molteplici significati. Anzitutto è simbolo della Parola di Dio pronunciata dal profeta (Ger 5,14; 23,29; Sir 48,1). Viene visto anche segno della devastazione e del castigo, ma anche come immagine della purificazione e dell'illuminazione (Is 1,25; Zc 13,9). Il fuoco può anche evocare protezione come appare in Isaia: "Se dovrai attraversare il fuoco, sarò con te" (Is 43,2).
Il fuoco, in conclusione, è "la forza che guida i nostri passi nell'approssimarsi del Regno! L’esperienza pasquale dei discepoli di Emmaus si ripete ancora nel quotidiano incontro con Dio, il quale si fa “compagno” nel cammino e fa “ardere il cuore “di ciascun credente per una rinnovata speranza nella vita e nel compimento della felicità promessa" (Giuseppe De Virgilio).
e come vorrei che fosse già acceso.
Il fuoco di cui parla Gesù non è quel semplice amore tra Dio e l'uomo, ma l'azione dello Spirito Santo, "perché il nostro Dio è un fuoco divorante" (Eb 12,29).
Questo fuoco è quel fuoco che già ardeva nel roveto senza consumarlo e senza consumarsi, un fuoco che non si spegne, il segno che Dio è vicino, profezia di ciò che siamo chiamati a diventare e a vivere.
Quella passione di Dio è sempre viva. È un continuo desiderio sempre acceso, per ciascuno di noi, per il mondo; quell’amore passionale di cui san Paolo ricorda: «è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (Rm 5,5).
v. 50: C’è un battesimo che devo ricevere.
Letteralmente: "con una immersione devo essere immerso". Qui non parliamo del comune battesimo, un rito, ma della stessa vita di Gesù che è un continuo battesimo fino alla morte di croce. Non perché Gesù è un masochista ma perché si compia la volontà del Padre.
Con questo desiderio, Gesù indica la strada del cristiano. Il battesimo è associato con l'acqua ed è sempre l'espressione di un impegno. In un altro punto, il battesimo appare come il simbolo dell'impegno di Gesù con la sua passione: «Potete essere battezzati con il battesimo con cui io sono battezzato?» (Mc 10,38-39), è per i cristiani il Battesimo della “testimonianza” fino al “martirio”, il Battesimo del sangue.
Il cristiano deve ripete quest’esperienza nel suo battesimo che è morte e risurrezione (Rm 6).
E come sono angosciato finché non sia compiuto.
Il verbo indica degli «acuti dolori corporali» (Mt 4,24; Lc 4,38). L'angoscia di Gesù qui è legata alla sua passione, ma anche a quel forte desiderio che "arde e non si consuma".
Nel testo greco il termine viene ad indicare come una "pressa". L'angoscia di Gesù è quel dolore che pressa il cuore "finché tutto sia compiuto".
Questo grande desiderio viene comunicato col dono dello Spirito Santo come fuoco che purifica e trasforma in testimone e annunciatore (At 2).
v. 51: Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione.
Suona strano il versetto. Il Vangelo di Cristo è messaggio di pace per eccellenza. Forse qualcosa ci sfugge eppure tra le pagine del Vangelo si scorge che appare un giusto e tutti si scatenano contro di lui; all’orizzonte vi è una possibilità di pace, e quanti sono armati reagiscono; nasce Gesù, e subito si scatena il potere omicida col sottofondo di un coro angelico «pace in terra agli uomini che Dio ama» (Lc 2,14), ed è subito una strage di bambini innocenti e ignari (cfr. Mt 2,16-18).
Gesù era stato annunziato da Simeone ai suoi genitori come colui che sarebbe stato per la rovina e la risurrezione di molti, quindi un segno di contraddizione (Lc 2,34-35).  Cristo porta divisione e scandalo tra i suoi stessi concittadini annunciando un messaggio radicale ed esigente (Lc 4).
La passione che arde e non si consuma supera la divisione con l’amore. Anche se la sua parola e la sua azione creano divisioni ed opposizioni, egli non rende male per male, ma sa vincere il male con il bene. Ripaga l’odio con l’amore. Come Gesù, suo maestro, che «ha abbattuto il muro, l’inimicizia facendo pace nel sangue della sua croce» (cfr. Ef 2,14.16).
Ciò significa che più il Vangelo è vissuto da uomini e donne, più appaiono la divisione e la contraddizione, anche all’interno della stessa famiglia, della stessa comunità.
vv. 52-53: D'ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre; padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».
Nel libro del profeta Michea troviamo scritto: "Il figlio insulta suo padre, la figlia si rivolta contro la madre, la nuora contro la suocera e i nemici dell'uomo sono quelli di casa sua" (Mic 7,6). Gesù riprende le parole del profeta apportando una leggera ma significativa modifica. Se in Michea si parla di conflitto tra il nuovo e il vecchio. Gesù parla di un conflitto tra il vecchio e il nuovo, tra la legge e lo Spirito.
Gesù non cerca conflitti tra le persone, figuriamoci tra i familiari ma un ritorno del cuore a Dio. L'evangelista Luca aveva detto in 1,16, riprendendo il profeta Malachia che l’azione del Signore sarebbe stata quella di ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i cuori dei figli verso i padri (cfr. Mal 3,22-24).
Chiunque conosca minimamente il Vangelo di Cristo, sa che è messaggio di pace per eccellenza; Gesù stesso «è la nostra pace» (Ef 2,14), morto e risorto per abbattere il muro dell’inimicizia e inaugurare il Regno di Dio che è amore, gioia e pace. Quest’espressione di Cristo significa che la pace che Egli è venuto a portare non è sinonimo di semplice assenza di conflitti. Al contrario, la pace di Gesù è frutto di una costante lotta contro il male.  Gesù richiama, nonostante le vicissitudini della vita, ad essere fedele a Dio e al bene e «resistendo al diavolo» (Gc 4,7), Chi vuole resistere a questo nemico rimanendo fedele a Dio deve
Chi seguirà Cristo in questa maniera, dovrà necessariamente affrontare incomprensioni e qualche volta vere e proprie persecuzioni, ma tutto ciò li conformerà fino in fono a Gesù Maestro, morto e risorto.
 
Ci fermiamo in silenzio per accogliere la Parola nella vita. Lasciamo che anche il Silenzio sia dono perché l’incontro con la Parola sia largamente ricompensato
 
La Parola illumina la vita e la interpella
Cosa fermenta la mia esistenza? Mi alimento di quel fuoco che è la Parola di Dio oppure mi addormento?
Quanto oggi il Vangelo mi interroga e mi inquieta?
Ho scambiato la pace di Gesù, che è la pienezza di ogni bene messianico, con le mie convenzioni sociali, col mio "perbenismo"?
Mi sono mai trovato in contrasto con qualcuno a causa delle esigenze del Vangelo?
Sono capace di resistere al diavolo e orientarmi e decidermi per Cristo?
Diffondo il fuoco dell’amore di Dio nella vita di tutti i giorni?
 
Rispondi a Dio con le sue stesse parole
(Pregare)
Ho sperato, ho sperato nel Signore,
ed egli su di me si è chinato,
ha dato ascolto al mio grido.
 
Mi ha tratto da un pozzo di acque tumultuose,
dal fango della palude;
ha stabilito i miei piedi sulla roccia,
ha reso sicuri i miei passi.
 
Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo,
una lode al nostro Dio.
Molti vedranno e avranno timore
e confideranno nel Signore.
 
Ma io sono povero e bisognoso:
di me ha cura il Signore.
Tu sei mio aiuto e mio liberatore:
mio Dio, non tardare. (Sal 39).
 
L’incontro con l’infinito di Dio è impegno concreto nella quotidianità (Contemplare-agire)
"L'uomo è attaccato alla sua piccola pace e tranquillità, anche se precaria e illusoria, e questa immagine di Gesù che viene a portare lo scompiglio rischia di indisporlo e fargli considerare Cristo come un nemico della sua quiete. Bisogna cercare di superare questa impressione e renderci conto che anche questo è amore da parte di Gesù, forse il più puro e genuino" (Raniero Cantalamessa).