giovedì 13 giugno 2019

LECTIO: DOMENICA DELLA SANTISSIMA TRINITÀ (Anno C)


Lectio divina su Gv 16,12-15

Invocare
Ti glorifichi, o Dio, la tua Chiesa, contemplando il mistero della tua sapienza con la quale hai creato e ordinato il mondo; tu che nel Figlio ci hai riconciliati e nello Spirito ci hai santificati, fa’ che, nella pazienza e nella speranza, possiamo giungere alla piena conoscenza di te che sei amore, verità e vita. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Leggere
12Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 13Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. 14Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. 15Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.

Silenzio meditativo ripetendo mentalmente il testo, cercando di ricordare quanto letto o ascoltato

Dentro il Testo
Le parole di Gesù in Gv 16,12-15 fanno parte di quella sezione del vangelo di Giovanni che gli esegeti chiamano il libro della rivelazione (13,1-17,26). I quattro versetti (vv. 12-15) si inquadrano nel lungo discorso di addio ai discepoli, che più che un addio è una “lettura spirituale” per preparare a ciò che dovrà accadere. Gesù, nei discorsi di addio, si rivela in profonda intimità, li chiama amici, promette loro lo Spirito Santo che li accompagnerà nell'accogliere il mistero della sua Persona. I discepoli, poi, sono invitati a crescere nell'amore verso il Maestro che si offre totalmente a loro.
Il nostro testo è il V detto il cui interesse principale è cristologico, infatti ciò che il Padre ha e ciò che il Paraclito fa, mettono in rilievo la pienezza ed assolutezza della rivelazione - comunicazione realizzata in Gesù Cristo. Tuttavia i rimandi alle tre persone divine, possono aprire a considerazioni trinitarie ma soprattutto illuminare chi prega veramente per divenire uno con lo Spirito.

Meditare   
v. 12: Molte cose ho ancora da dirvi.
Chissà perché Gesù usa questa espressione. Egli ci detto e dato tutto. Perché ora dice così? Gesù in realtà ha sempre qualcosa da comunicarci per il nostro cammino trinitario. La Parola è sempre viva e sempre nuova. Tutto sta nell’amore. Infatti, nell’amore c’è sempre un di più che non è mai dicibile e che lo capisce solo chi ama. Ora, lo Spirito Santo essendo Amore, non aggiungerà nulla ma riceverà le parole di Gesù e ce le ridonerà contestualizzandole e attualizzandole continuamente.
per il momento non siete capaci di portarne il peso
L’evangelista Giovanni sottolinea la nostra incapacità di comprendere, reggere (= bastàzo) l’insegnamento di Gesù e questo perché ci sono delle cose che si capiscono solo attraverso l’esperienza.
Il verbo “portarne”(in sostituzione del termine greco bastazō, reggere), ha alla base l’immagine di chi porta “gravi pesi”, il NT lo usa come traslato (ad es. Rm 15,1; Ap 2, 2.3) che ripropone la situazione di tristezza e turbamento che aggravava gli animi dei discepoli.
Quest’esperienza passa solo attraverso la Croce di Cristo si può capire che cosa sia effettivamente la vita cristiana e il discepolato. Allora dovrà venire lo Spirito di verità per condurre i credenti alla verità intera.
v. 13: Quando verrà lui, lo Spirito della verità…
La definizione del Paraclito quale spirito di verità viene illuminata da Gv 14,6: «Io sono la via, la verità e la vita».
Spirito di verità «è il Paraclito in quanto Spirito della verità divina che si manifesta in Gesù, in quanto Spirito di rivelazione; egli è Spirito di rivelazione in quanto non parla da se stesso, ma prende da Gesù il quale è verità» (W. Thusing).
L’ espressione è preferita dalla comunità giovannea (14,17; 15,26; 1Gv 4,6; 5,6) che sperimenta come prima verità proprio il bisogno di avere una guida sicura per scendere nei vertiginosi misteri aperti dal Comunicatore, una giuda capace di condurre ad un’esperienza-conoscenza del vero, del reale, senza ambiguità.
vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso… dirà tutto ciò che avrà udito…
Anche la terza Persona della SS. Trinità, la Verità di Dio, si serve della sua libertà sovrana, propriamente divina, e con iniziativa personale "viene", per riportarci alla Verità intera. Egli è una guida sicura per scendere nei vertiginosi misteri aperti dal Comunicatore, una guida capace di condurre ad un’esperienza-conoscenza del vero, del reale, senza ambiguità.
La venuta dello Spirito è accompagnata da alcuni verbi, come: guiderà, parlerà, annuncerà (v.13), glorificherà (v.14).
Lo Spirito è sempre in movimento per questo guiderà alla verità, non è uno Spirito che insegnerà qualcosa di diverso di quanto annunciato da Gesù. Egli è in funzione della rivelazione di Gesù; non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito, cioè tutto ciò che Gesù ha rivelato. Attraverso lo Spirito è possibile ai credenti comprendere il significato della vita e delle parole di Gesù e farle diventare pensieri, sentimenti e scelte personali.
vi annuncerà le cose future.
Cosa sono le cose future? Certamente lo Spirito non sarà un informatore sui fatti concreti della storia o un mago che predice il futuro. Quello che lo Spirito Santo ci fa capire è il traguardo, il compimento della storia, dove la storia va a finire, perché questo compimento della storia non è altro che il Cristo risorto.
Nel vangelo secondo Giovanni, il Cristo in croce è glorioso; nei crocefissi bizantini il Cristo in Croce è luminoso, è ricco di vita, è risorto, è ancora sulla Croce ma è già risorto. Se noi riusciamo a vedere la Croce di Gesù come una vittoria, non c’è niente che ci possa portare via la fede; se riusciamo a vedere anche nel male, anche nel massimo dell’abbassamento, della sofferenza, dell’umiliazione la gloria di Dio, la bellezza di Dio, allora la fede è sicura e fondata. Non c’è nessun rischio o paura del futuro che ci possa togliere la fede perché se è possibile avere fede in Croce è possibile avere fede in qualunque situazione.
vv. 14-15: Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.
Gesù quasi ad insistere, rinnova la sua promessa. Egli specifica che l’azione dello Spirito Santo è glorificazione sua (cfr. Gv 7,37-39), in quanto Uomo-Dio e dal Cristo prenderà ogni insegnamento, riportando alla memoria del cuore le parole di Gesù, i gesti da lui compiuti, il cammino umano del Figlio stesso di Dio. Lo Spirito scruta e scandaglia le profondità di Dio e ce le comunica, cosicché noi, uomini spirituali, abbiamo il pensiero di Cristo (1Cor 2,10-16) rendendoci partecipi della natura divina. A noi resta aprirci all’azione di Dio per aprirci a quanti incontreremo sul nostro cammino.
Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.
Il Paraclito riceve tutto dal deposito del Logos incarnato e risorto tutto quanto il Padre ha dato al Figlio (Gv 3,35) e lo ripete nuovamente in modo nuovo trasformando i discepoli in nuove creature. Come Gesù ha dato ai discepoli le parole che il Padre gli ha dato (Gv 17,8) il Paraclito dà ai discepoli le parole che Gesù gli dà in quell’eterno presente trinitario che racchiude in sé l’oggi degli uomini.
Le parole del Padre dette da Gesù e ripetute dal Paraclito sono spirito e vita, vita della Trinità e sono tutto. Il Paraclito ci apre l’orecchio e noi ascoltiamo i Tre che ancora una volta ripetono al nostro cuore: “tutto quel che è mio è tuo e il tuo è mio” (Gv 17,10) e anche noi possiamo ripetere a Loro Tre, danzando di gratitudine inesprimibile: “tutto quel che è Vostro è mio e il mio è Vostro” ripetere a chi amiamo: “tutto quel che è mio è tuo e il tuo è mio” ripeterlo a tutti..perché il tutto è per tutti.
Il messaggio quindi non è dottrina ma esperienza d’amore. Chi lo raccoglie non può fare altro che continuare questa esperienza d’amore. Un giorno potremmo vivere tutto questo dinanzi all’amore trinitario e il tutto si trasformerà in lui è mio e io sono sua, suo... (Ct 2,16).

Ci fermiamo in silenzio per accogliere la Parola nella vita. Lasciamo che anche il Silenzio sia dono perché l’incontro con la Parola sia largamente ricompensato

La Parola illumina la vita e la interpella
Come vivo questo mistero principale della fede?
Sono consapevole che Gesù non è soltanto un esempio del passato, ma anche e soprattutto il salvatore presente?
Lascio che la mia vita sia trasformata dall’azione dello Spirito Santo per vivere meglio la vita trinitaria?
Ho fatto mai l'esperienza di conoscere cose di cui in quel momento non potevo portare il peso? Come mi sono comportato/a?
Sono attento alla voce dello Spirito di verità che ci comunica tutta la verità totale di Gesù?
Accolgo nella mia vita i doni di Dio? Il dono della profezia?

Pregare Rispondi a Dio con le sue stesse parole
Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissato,
che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi,
il figlio dell’uomo, perché te ne curi?

Davvero l’hai fatto poco meno di un dio,
di gloria e di onore lo hai coronato.
Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi.

Tutte le greggi e gli armenti
e anche le bestie della campagna,
gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
ogni essere che percorre le vie dei mari. (Sal 8).

Contemplare-agire  L’incontro con l’infinito di Dio è impegno concreto nella quotidianità…
Lasciamo che lo Spirito Santo agisca nella nostra vita perché possiamo fare scelte concrete di vita, d’amore, da vivere con tutti.